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Sulla storia del movimento comunitario

Foto di Free-Photos da Pixabay

Non si deve conoscere la storia delle comunità per fare comunità. Ma, soprattutto, se vi è qualche idea di contribuire con le proprie attività a una società migliore non è sbagliato rendersi anche conto della storia del comune. Dalle comunità, dall'inizio del cristianesimo fino alle comunità socialiste dell'800, e quelle hippie degli anni Sessanta dell'ultimo secolo fino ai nostri giorni del movimento dei Global Ecological Villages, l'idea di vivere come uguali in modo autodeterminato ha una lunga storia.

Hanno scritto di noi

Foto di Free-Photos da Pixabay

I vari articoli e flimati usciti in questi decenni su di noi sono per lo più divertenti, a volte fastidiosi. I racconti degli autori hanno molto a che vedere con l'immaginario, le fantasie di chi li ha realizzati e poco con la realtà. Tuttavia, è interessante leggere e vedere come gli altri ci vedono e interpretano. Ad esempio, hanno grandi difficoltà di capire che cosa è una comunità egualitaria. Nella loro visione del mondo ci deve essere un leader, un fondatore, qualcuno che comanda, che manda avanti la baracca. I processi decisionali collettivi non fanno parte della cultura di questi autori, ma soprattutto sono troppo complessi e fanno male alla leggibilità del testo (almeno, così pensano). Vi sono importanti eccezioni, come il video di Mario Gianni, ma del resto lui è un grande giornalista specializzato sulle minoranze etniche, quindi dotato di una sensibilità particolare per quelli "fuori dai canoni".

Abbiamo scritto

Abbiamo scritto in parte testi teorici, in parte narrativi, sulla comunità e sul movimento comunitario. All'inizio di Utopiaggia abbiamo fatto addirittura una rivista che ha visto 4 numeri, l'ultimo in tedesco e italiano. Un'idea ricorrente era che gli autori di questi testi durante il giorno praticassero la vita comunitaria e ne scrivessero la sera. Un'idea romantica su cosa è il lavoro intellettuale, che dopo una giornata impegnativa sul tetto, a gestire il fieno o con le pecore i pensieri intelligenti la sera corrono dalla penna sulla carta. Come ha osservato una volta Karl Kraus, dalla penna scorre solo inchiostro e fin quando entra un pensiero valido nella penna (o meglio tastiera) ci vuole uno sforzo deciso del tutto paragonabile a quello fisico di caricare il fieno. Ecco una parte dei prodotti letterari da quasi mezzo secolo.